Era stato un anno difficile ma anche molto bello. A gennaio era nato il loro primo figlio, Giorgio, un bambino bellissimo e sorridente, affettuoso e sempre pronto a inventare un nuovo gioco: bastava dargli un pentolino o un cucchiaio, uno scolapasta o una penna e lui era felicissimo e cominciava a girare per la stanza gridando e agitando per aria i suoi nuovi tesori. Non servivano giocattoli per renderlo allegro. Mara quell'anno aveva capito che la vera gioia si nasconde nelle cose semplici e che è solo planando con leggerezza sulle cose che si riesce a viverle profondamente. Si sentiva più saggia e sicura di sé, ma c'erano voluti tanti mesi di pianti e fatica fisica per arrivare a questo nuovo equilibrio. Era stato per lei un anno di insonnia, mal di schiena, raffreddore, stress e nervosismo, perché i cambiamenti non sono mai facili. Aveva visto il suo corpo trasformarsi nella gravidanza in modo radicale, e guardandosi allo specchio stentava a riconoscersi. Le occhiaie solcavano impietosamente il contorno degli occhi e i capelli avevano un colore più spento. Si sentiva più saggia, certo, ma anche tanto più vecchia, e spesso trasformava il suo dispiacere per ciò che vedeva e sentiva in nervosismo e aggressività.

C'era solo una persona che continuava sempre, ogni giorno, a dirle quanto fosse bella: suo marito Michele. Michele era un maresciallo dei carabinieri che viveva la vita con sincerità e trasparenza, dicendo sempre quello che pensava. Cresciuto da genitori dolci e rigorosi, la sosteneva come una roccia in mezzo alla tempesta e le perdonava tutte quelle intemperanze e fragilità che lei stessa faticava ad accettare. “Sei fortunata, tuo marito è un uomo fantastico!”, le dicevano in coro le amiche e lei rispondeva alzando gli occhi al cielo e, buttandola sullo scherzo, ricordava quanto tempo lui passasse in bagno e le condizioni in cui a volte lasciava la cucina dopo averle preparato qualcosa da mangiare. Ma in realtà c'era davvero poco da lamentarsi, Michele era un uomo in gamba e lei lo sapeva. Non avrebbe potuto affrontare quell'anno così impegnativo senza il suo supporto straordinario, psicologico ma soprattutto pratico, perché suo marito era il tipo di uomo che cambiava il bambino, si ricordava gli orari in cui bisognava dargli le vitamine o i fermenti lattici, lo accompagnava dal pediatra, giocava con lui e quando lei era stanca di allattarlo lo prendeva in braccio e lo cullava fino a farlo addormentare.

Spesso Mara dimenticava quanto impegno mettesse ogni giorno suo marito nel fare il papà e si lasciava condizionare stupidamente dalle continue lamentele che le sue amiche riservavano ai loro compagni, continuamente accusati di non fare abbastanza e di scaricare su di loro tutto il peso della gestione familiare. A volte si attaccava a un errore, a una debolezza o a una dimenticanza di Michele per scagliarsi contro di lui e accusarlo della stanchezza che il suo corpo e la sua mente provavano, per poi pentirsene poco dopo. Quando aveva cominciato a diventare così poco empatica nei confronti dell'uomo che amava più di quanto riuscisse a dimostrare? Che fine aveva fatto la ragazza che non vedeva l'ora che arrivasse il weekend per fuggire al mare in vacanza col marito e riempirsi i capelli e gli occhi del profumo del mare? In quei 12 mesi aveva capito che si può sempre rinascere e imparare dai propri errori. Il suo corpo l'aveva messa alla prova, la vita stessa l'aveva messa alla prova, chiedendole di affrontare la sfida più grande di tutte, quella di mettere al mondo un altro essere umano e di prendersene cura diventando il suo unico e principale punto di riferimento. Aveva assolto egregiamente il compito finora, pagando forse in termini di stress un prezzo molto alto, ma ora era decisa a recuperare. Partendo proprio dal rapporto con Michele, la sua roccia in mezzo al mare in tempesta. Mentre pensava a queste cose, in un piovoso pomeriggio di dicembre, a pochi giorni dal Natale, proprio suo marito entrò in camera e le chiese se voleva una tisana col miele di tiglio, “che fa bene alla gola e fa sparire il raffreddore. Ti vedo stanca”, le aveva detto mettendole una mano sulla spalla. Mara si era girata e senza rispondere gli aveva dato un bacio, gettandogli le braccia al collo come non faceva da tempo. Lui era rimasto sorpreso e sgranando gli occhi aveva risposto con un sorriso, riempiendosi di nuova luce. “Sei molto più bella quando sorridi, sai?”, Le aveva detto guardandola incredulo.

“Torno tra un attimo con la tisana”. Così Mara aveva preso il cellulare e, spinta dal desiderio improvviso di fare qualcosa per lui, qualcosa di bello e romantico per ripagare almeno in parte tutto ciò che lui ogni giorno faceva per lei, aveva ordinato online sul sito di Acqua dell'Elba un flacone di Eau de Parfum Classica Uomo, con note di mandarino, limone e rosmarino, creato proprio per raccogliere in poche gocce il profumo del mare. I loro ricordi più belli erano proprio quelli dei loro weekend coi piedi nelle acque cristalline, circondati da spiagge color oro e sfumature di verde acquamarina. I profumi della macchia mediterranea e dei legni di mare rimanevano impressi nella sua mente per giorni dopo ogni vacanza ed era a quelle fragranze così semplici e naturali che legava il senso profondo del suo amore per Michele, un sentimento puro e autentico, che andava oltre le parole e gli errori e che durava indistruttibile ormai da quasi 10 anni. “Un piccolo pensiero per un grande uomo, l'uomo della mia vita, il primo e l'ultimo, l'unico”. Avrebbe scritto questo nel biglietto e si sarebbe presentata a lui tutta in ghingheri con il regalo che aveva pensato per lui e soprattutto con l’accessorio più bello e sensuale:

il suo sorriso, il gioiello che lui amava di più: aveva capito che l’amore per l’altro passa anche attraverso la cura di sé. Non vedeva l'ora che arrivasse quel pacchetto, sapeva che l'azienda toscana produceva manufatti di alta qualità ed era sicura che lui sarebbe stato felice di quel regalo. Ora era venuto il momento di bere la sua tisana, lui la stava chiamando. Fuori pioveva, ma la sensazione di aver fatto qualcosa per lui, di avergli donato qualcosa capace di esprimere il suo amore meglio di quanto lei riuscisse con le parole, la riempiva di calore. Era stato un anno difficile ma anche molto bello, l'anno in cui aveva capito che l'amore è come il mare: uno spazio infinito che richiede impegno e rispetto, e che offre sempre un orizzonte nuovo da guardare, da raggiungere insieme.




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