LA VIA DEI CORBEZZOLI

Il sentiero di Giugno Rio Marina > Cavo

Lunghezza: km 13,6
Quota massima: mt 204
Dislivello in salita: mt 603
Dislivello in discesa: mt 606

Circondati da colori surreali, un cammino dentro la millenaria storia mineraria dell’Elba.

Si parte dagli Spiazzi di Rio Marina  e si inizia a salire  il ripido vicolo che ci porta alla “Laveria” per entrare nel cantiere Bacino, grande zona estrattiva a cielo aperto ricca di reperti di archeologia industriale. Percorrendo le vie un tempo usate dai minatori, saliamo circondati da cumuli di materiale estratto e resti di macchinari dimessi.  Camminiamo fino ad arrivare nel suggestivo cantiere di valle Giove, un afiteatro formato dai grandi terrazzamenti di una coltivazione a cielo aperto di ematite. I colori dominanti sono il nero specchiato dell’ematite, il giallo oro della pirite e quello acido dello zolfo, che con il suo odore acre impregna l’aria.

Qui tutto brilla e regala sensazioni veramente surreali (specialmente passandoci con il sole, dopo che ha piovuto). Si prosegue lungo la vecchia strada della miniera passando davanti alla stazione di partenza della teleferica, che serviva a trasportare il minerale fino ai pontili di imbarco sul mare. La via prosegue a mezza costa ombreggiata da lussureggianti piante di corbezzolo e leccio, fino a raggiungere il laghetto rosso delle Conche, che deve il suo straordinario colore agli idrossidi di ferro presenti nelle sue acque. Il minerale ferroso è ovunque, anche sulla via,  ma la macchia in questa zona particolarmente rigogliosa, sta rapidamente celando le tracce dell’attività estrattiva.

Arrivati alla miniera di Rio Albano  ci troviamo in un altro sito minerario dalle cromie straordinarie, dominato dal rosso e dall’ocra. Il nostro cammino ora sale in direzione del Monte Calendozio  e ci regala una bellissima vista sulla costa orientale dell’Elba e sugli Isolotti di Cerboli e Palmaiola. Dopo una salita a tornanti arriviamo nel punto più spettacolare del percorso: l’ex miniera sul Monte Calendozio, che con il suo colore purpureo ricorda Marte.  Da qui, sempre circondati da una macchia lussureggiante, scendiamo fino alla Punta delle Paffe, da dove  raggiungiamo il paese di Cavo.