Messaggi

Messaggi

Nelle ricerche artistiche di Gioventù sulle potenzialità estetiche dei sassi, l’artista ha da sempre condiviso il pensiero filosofico di Roger Caillois, autore di diversi saggi dedicati all’archetipa bellezza delle pietre tra i quali uno intitolato proprio “La scrittura delle pietre”. Si è peraltro sempre di più convinto che i segni trovati in un sasso non siano altro che una infinitesima parte dell’infinito racconto della storia della roccia madre da cui proviene.

Perciò ha indagato la scogliera di lava bianca che va dalla spiaggia delle Ghiaie a quella di Sansone, con l’intento di scoprire alcuni elementi di uniformità circa le inclusioni di tormaline nero-blu che la caratterizzano, ed ha trovato una incredibile varietà di forme, oltre a quelle più evidenti delle macchie tondeggianti.

La scoperta più interessante però è stata l’individuare soventi e precisi criteri compositivi in quei segni, orientati quasi a costruire archetipi calligrafici, tali da stimolare la creatività ad immaginare misteriose scritture. La conoscenza della leggenda degli Argonauti ha poi concluso la suggestiva

visione, facendo fantasticare all’artista d’esser di fronte a messaggi provenienti da un remoto passato, in cui la natura e l’uomo erano legati da un sacro ed indissolubile patto.

Così, attraverso tecniche ceramiche appositamente studiate, Alfredo Gioventù ha potuto imitare quei segni e ne ha riportato l’essenza su gran dei parte sassi in grés della collezione dei diffusori di profumo dell’Acqua dell’Elba. È nata così la collezione intitolata “Messaggi”.

Musica

Musica

La caratteristica più evidente dei magici sassi, che hanno ispirato la realizzazione dei “Profumatori d’Artista”, è la presenza su di loro di macchie nere tondeggianti, che a contatto con l’acqua diventano blu, ma la suggestione più forte è quella di scoprire che alle spalle del mare il colore e

la materia di queste spiagge si ergono senza soluzione di continuità in immacolate pareti di roccia. È la loro roccia madre, in cui le macchie nere si moltiplicano aggregandosi nelle loro differenti dimensioni e fattezze, sino a costruire insiemi omogenei e suggestivi.

Sotto l’influsso di queste suggestioni Alfredo Gioventù ha individuato una particolare disposizione lineare di questi segni. Ha scoperto così un’orditura che li distribuisce su fasce orizzontali di diverse tonalità di bianco, frutto di sedimentazioni geologiche, nelle quali questi puntini neri si sono riposizionati lasciando intravedere possibili partiture musicali. La loro disposizione altalenante in un preciso spazio orizzontale li fa immaginare come disposti su di un pentagramma, dando origine all’idea di precise note. La lettura di questa musica si potrebbe poi avvalere delle diverse dimensioni delle macchie, fattore che può rappresentare la durata o l’intensità del suono, mentre la loro distanza ne potrebbe indicare il ritmo.

Insomma, in particolar modo sulle scogliere verso est, siamo di fronte a “rocce da poter suonare” che sicuramente un buon musicista contemporaneo potrebbe leggere come partiture

informali. Senza pretese “compositive” l’artista ha quindi dedicato parte della sua ricerca a questo fenomeno geologico trasferendone l’estetica sui “Profumatori d’Artista”, dando vita così alla

collezione “MUSICA”.

Costellazioni

Costellazioni

Nelle scogliere dominate dalla punta di Capobianco, le macchie tondeggianti, di tonalità che sfumano dai grigi azzurri chiari ai neri verdastri scuri, appaiono emergere da aloni bianchi che galleggiano in un mare di roccia color cipria tenue.

Questi aloni a volte si fondono creando immagini di nuvole cosmiche, e conferendo alle macchie nere variegate disposizioni, che un occhio attento potrebbe leggere come probabili costellazioni celesti.

L’attenzione a questi fenomeni presuppone una particolare predisposizione ad immaginare che l’universo sia presieduto da leggi comuni, le cui manifestazioni si possono palesare in qualunque forma o luogo in maniera sorprendentemente coerente.

Solo così è facile supporre che quelle cristallizzazioni nere, galleggiando nel magma fuso primordiale, si possano esser disposte in maniera non esattamente casuale ma in modo rispettoso di precise leggi chimico fisiche, forse le stesse che leggiamo a naso in su nel tappeto stellato del firmamento.

Riproducendo in ceramica queste suggestioni Alfredo Gionvetù sì e così divertito a costruire nuove fantastiche costellazioni sui profumatori dell’omonima collezione “COSTELLAZIONI”.