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Nora Jaenicke, l'anima dell'Elba Film Festival .

Nora Jaenicke, l'anima dell'Elba Film Festival .

Nora Jaenicke, l'anima dell'Elba Film Festival .

Parlare con Nora Jaenicke significa farsi travolgere da un' ondata di entusiasmo e di passione. Del resto sono queste le doti con cui riesce a coinvolgere le persone nella realizzazione dei progetti che ha in mente: il suo primo corto girato all'isola d'Elba, il lungometraggio che ne ha tratto e che sarà girato ne prossimi mesi con una protagonista d'eccezione come Laura Morante e ovviamente Elba Film Festival, la cui prima edizione si conclude il 14 settembre a Marciana Marina ed è sponsorizzata da Acqua dell'Elba.

Ci hai girato un cortometraggio, ci girerai un film, ci hai organizzato un Festival: che rapporto ti lega all'isola d'Elba?
Io sono figlia di genitori tedeschi, ma sono cresciuta in Toscana. Non ci crederai, ma all'isola d'Elba non c'ero mai stata. Poi una sera a New York, città dove vivo per buona parte dell'anno, sentendomi parlare della Toscana dove avevo vissuto, un'amica mi ha chiesto se conoscessi l'isola d'Elba. E io mi sono accorta che con tutti gli anni passati i Toscana non l'avevo mai visitata. Ho rimediato presto, accettando l'invito di amici australiani che a Poggio hanno una residenza che mettono a disposizione di giovani artisti che stanno lavorando alle loro opere. È lì che è nata la sceneggiatura di Whales.

Whale, il cortometraggio e il film, hanno entrambi l'isola d'Elba come location: da quel soggiorno sembra essere nato un amore a prima vista.
Sono stata subito attratta dalla magia di quest'isola, che ha una forza davvero speciale, anche nella sua gente. Vedere come mi hanno aiutato nella ricerca dei posti migliori dove girare, nell'organizzazione della logistica è stato davvero commovente. Così ho deciso di ricambiarli, organizzando la prima proiezione del cortometraggio al cinema Metropoli di Marciana Marina, dove li ho ritrovati un po' tutti.

Ed è proprio in quel cinema che si svolge la prima edizione dell'Elba Film Festival. Da dove ti è venuta l'idea di organizzarlo?
Ogni anno sull'isola, a Poggio, tengo un laboratorio di sceneggiatura in cui si incontrano registi provenienti da ogni parte del mondo che stanno lavorando alle loro storie, e si tratta spesso di un lavoro solitario, che riempie di dubbi e di frustrazioni. Ritrovarsi tutti insieme per la colazione aiuta a superare blocchi e paure, a condividere riflessioni sul modo migliore per risolvere problemi tecnici o ispirazioni per i dialoghi. Alla sera spesso ci si ritrova per guardare un film: durante una di queste proiezioni mi sono detta che sarebbe stato bello poter condividere queste visioni, questo spirito di creatività internazionale con tutta la gente dell'Isola. Ecco, il Festival è nato così, con l'appoggio, il sostegno e l'impegno di Beniamino Brogi.

Come è avvenuta la selezione delle opere presentate, e quali criteri sono stati utilizzati per la scelta?
Le opere ci sono arrivata da tutto il mondo e sceglierle non è stato facile. Alcuni corti sono di una qualità eccelsa, sia per le storie sia per il modo in cui sono raccontate e per loro la scelta è stata immediata. In mezzo a questi però abbiamo voluto inserire anche lavori che magari sono imperfetti, ma in cui abbiamo ravvisato delle potenzialità, e selezionarli e metterli in proiezione è stato un modo per incoraggiare questi giovani talenti, che hanno qualcosa da dire ma sono limitati o dal budget o dall'inesperienza, a non mollare e a perfezionare i loro sogni. Perché un Festival serve anche a questo, a coltivare promesse che magari un giorno diventeranno grandi realtà. Così nel corso delle proiezioni si potranno vedere 40 storie diversissime fra loro per genere, ispirazione, modalità di racconto: storie necessaie come il corto iraniano che dà voce alle donne che non ce l'hanno, oniriche, surreali, ironiche e, cosa importantissima, si potranno incontrare 30 giovani registi che hanno investito i loro soldi e il loro tempo per accompagnare i loro lavori e vedere le reazioni del pubblico in sala. E anche questo è un segno molto importante delle potenzialità di sviluppo che ha il Festival in sé, e come volano di un turismo culturale.

La tua casa di produzione si chiama "Nostos", un omaggio al tema del ritorno che caratterizza il più grande racconto di mare che sia mai stato scritto, l'Odissea: che cosa rappresenta il mare per te?
Il mare è libertà e abbandono. Libertà perché perla sua natura non ti impone vincoli o costrizioni, abbandono perché quando nuoto nel mare posso abbandonare la mia identità e riscoprirne di nuove, reinventarmi, immergermi nella sua energia per poi risalire con nuove forme e nuove idee. Ecco, il mare racchiude il bello di ogni artista, le infinite possibilità di creare qualcosa di nuovo.

Per concludere, la domanda che rivolgiamo a tutti gli amici di Acqua dell'Elba: qual è la tua essenza?
Penso che in fondo la mia essenza sia la curiosità, la spinta continua a cercare qualcosa di diverso da raggiungere, esplorare territori ancora sconosciuti. Forse è anche per questo che amo il mare.

 

La prima edizione dell'Elba Film Festival si svolge al cinema Metropolis di Marciana Marina dall'11 al 14 settembre. 


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