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Letture d'agosto: "Amandine, Vincenzo e l'Isola d'Elba", racconto di Amandine Mélan.

Letture d'agosto: "Amandine, Vincenzo e l'Isola d'Elba", racconto di Amandine Mélan.

Letture d'agosto: "Amandine, Vincenzo e l'Isola d'Elba", racconto di Amandine Mélan.

Concludiamo il mese di agosto con un ultimo racconto dalla nostra Community. Questa volta ci arriva dal Belgio, è una storia vera e, per le an ime più romantiche, una storia d'amore. Nata sotto il segno di Acqua dell'Elba. Grazie ad Amandine Mélan, grazie a chi ha letto queste storie durante le sue vacanze e... continuate a seguirci sul blog e sui social con le iniziative 

 

L’Isola d’Elba è profondamente legata alla mia storia d’amore con Vincenzo che dura ormai da 10 anni.

Quando ci siamo incontrati tramite un amico comune Vincenzo lavorava al carcere di Porto Azzurro. Più precisamente insegnava il latino e l’italiano ai detenuti. Io vivevo in Belgio, avevo appena cominciato un dottorato in lettere.

Avevo 24 anni. Il 12 giugno 2009, dopo mesi passati a scriverci, con la consapevolezza che una storia fra di noi, con la distanza, non poteva portarci da nessuna parte ma con quell’impulsività e quella spensieratezza che uno può avere a 24 anni, l’ho raggiunto, sulla sua isola, per un weekend di vacanza. Mi ricordo quel giorno come se fosse ieri. Eppure sono passati 10 anni.

Vincenzo mi portò sulla spiaggia di Lido di Capoliveri, ci rimanemmo per cena. Tornammo poi a Porto Azzurro dove abitava. Dopo un cocktail al Curandero, mi portò a vedere le stelle sulla passeggiata Carmignani e così la nostra storia è cominciata. Ho saputo fin dal primo giorno che era lui. Nonostante la distanza, nonostante tutto. Era una certezza. Mai mi era capitato prima.

Il primo anno della nostra storia, Vincenzo ancora lavorava al carcere. Io ancora stavo in Belgio. I primi mesi ci vedevamo una volta al mese. Per raggiungerlo prendevo un aereo da Charleroi a Pisa, poi un treno fino a Campiglia Marittima, poi il pullman fino a Piombino Marittima, infine il traghetto, la Moby o la Toremar. Quando eravamo separati, comunicavamo tramite skype. Ma non era facile come può esserlo oggi. Non c’era il 4G. Vincenzo aveva una specie di routerino che prendeva male dentro l’appartamento. Aveva quindi costruito una piccola « canna da pesca » per poter posizionare il router fuori con la finestra aperta.

Presto ho trovato vari escamotage per passare più tempo in Italia, per avvicinarmi a lui. Prima a Roma poi infine a Pisa. Così il secondo anno della nostra storia Vincenzo ha trovato un posto a Piombino, sulla terra ferma, e vivevamo a Pisa, nello stesso condominio. Ma recarsi ogni giorno a Piombino da Pisa è stato abbastanza stancante e faticoso per lui. Per questo mi propose, a fine agosto 2011, di tornare, con lui, all’Elba. Ed è stato, fino all’anno della nascita di nostra figlia, il più bell’anno della mia vita.

Eravamo a Portoferraio. Fino a metà ottobre e a partire da metà aprile, andavamo quasi ogni giorno al mare. Andavamo alla scoperta di spiagge diverse: Procchio, Cavoli, Lacona, Fettovaia, Sant’Andrea, Sansone, Naregno… Capo Bianco dove penso fu scattata la foto della pubblicità dell’Acqua dell’Elba. Ma anche l’inverno è stato bello. Ho visto la neve sui tetti di Portoferraio, sulla spiaggia delle Ghiaie. Ho amato essere in balia agli elementi naturali, al mare. Non sapere se partirà il traghetto, « con questo vento ». Scoprire un ritma di vita diverso, isolano.

I ricordi sono tanti. Fra questi, ci fu quella volta che andai a comprare il profumo Acqua dell’Elba per mia mamma! Mi ricordo anche quel pellegrinaggio sulla tomba di un altro francofono, lo scrittore Hervé Guibert, amico amante di Foucault, ucciso dall’AIDS all’inizio degli anni 90 e sepolto al cimitero di Rio Elba. Poi ci sono tutti i ricordi legati al carcere, una realtà parallela (all’interno di un’altra realtà parallela, perché lo ripeto: vivere su un’isola non è come vivere sul continente).

Io in quel momento scrivevo una tesi sugli scritti cinematografici di Pasolini, correggevo un saggio di psichiatria, traducevo spettacoli teatrali. Il lavoro di scrittura e di riscrittura era solo interrotto dalle nostre passeggiate, dalle nostre nuotate, anche dalle nostre cene. Io, lui, il mare. Poi quell’anno è finito, Vincenzo ottenne un posto a Livorno. Tornammo a vivere a Pisa. Poi altri traslochi, altre avventure. Nel Belgio, nel pistoiese. Io ho preso sempre più aerei. Per stare con il mio amore in Italia, pur continuando ad esercitare il mio lavoro che adoro in Belgio (gestisco una compagnia di teatro sociale).

L’8 Luglio 2017 è nata nostra figlia Joséphine. Aveva poche settimane quando ho ripreso i viaggi in aereo. Mi ha sempre accompagnata. Quasi sempre, l’aereo, lo prendiamo a Pisa, all’aeroporto Galileo Galilei. Ogni volta la guardo: la pubblicità gigante del profumo Acqua dell’Elba. La spiaggia di Capo Bianco. I colori bellissimi del flacone. E ripenso all’Elba. A quant’è bella quell’isola. A quant’è bella la nostra storia. Quest’anno a giugno festeggiamo i nostri 10 anni. Sono anche 7 anni che non siamo più tornati all’Elba. L’abbiamo lasciata in due. Ci torneremo in tre. A Porto Azzurro, dove è cominciato tutto. O a Portoferraio, dove abbiamo scritto un anno della nostra bella storia.


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