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L'ESSENZA DELLA SCRITTURA: STEFANO D'ANDREA.

L'ESSENZA DELLA SCRITTURA: STEFANO D'ANDREA.

L'ESSENZA DELLA SCRITTURA: STEFANO D'ANDREA.

Incontro con uno degli autori selezionati per il libro "Racconti di Mare", che sarà presentato Durante SEIF, domenica 30 giugno.

Stefano D'Andrea è un personaggio davvero interessante. Quelli che parlano il linguaggio corrente del marketing lo definirebbero uno "storyteller", e in effetti di storie ne racconta parecchie, in molti mezzi. Ha creato uno dei casi di successo più divertenti della rete con Gatto Morto, trasformando il suo grosso gatto siberiano nel protagonista di avventure divertenti e surreali in cui, alla fine, si fa ritrarre sempre sdraiato in quelle pose improbabili, da morto appunto, che solo un gatto sa assumere. Suo è anche il progetto Umani a Milano, fotoritratti che descrivono in modo asciutto e denso di significato le persone che incontra sulle strade delle città, compresi gli homeless assistiti da Progetto Arca, cui ha dedicato anche un libro e una mostra fotografica. Nel suo libro "Il padre è nudo" ha raccontato con il suo stile ironico e commovente al tempo stesso la sua esperienza con la paternità perché "di queste cose fra loro gli uomini non parlano, e qualcuno doveva ben iniziare".

Uno dei suoi lavori più recenti è il racconto che ha scritto per il libro "Racconti di Mare", un progetto coordinato dal pro-rettore dell'Università IULM e che sarà presentato durante SEIF - Sea Essence International Festival domenica 30 giugno, nell'ambito del workshop "La Bellezza salverà il mare". Avremmo voluto mantenere il segreto sul suo racconto, ma Stefano ha insistito per darci il suo riassunto quindi eccolo: "Parlo di un uomo, uno che lavora sulle reti informatiche, che un giorno mentre è per lavoro in una cittadina dell'adriatico, quelle che d'estate sono sempre piene di gente, inciampa in un corpo sulla spiaggia. Per questo il racconto si intitola "inciampi". E scopre che si tratta di un cadavere, così inizia a pensare a quello che potrebbe succedere se dovesse telefonare alla polizia.".

Per cercare di trattenerlo dal raccontarci come il racconto vada a finire, gli abbiamo chiesto quale sia il suo rapporto con il mare, e la risposta è in puro stile con la sua scrittura: "Per anni il mare è stato il luogo dove mi sono sentito a casa, nell'acqua che mi sostiene mentre guardo il tramonto da solo con me stesso ma vicino alla riva. Con l'età la spiaggia è diventata uno scomodo bollente inferno dal quale scappare per non essere ucciso dal sole, depresso dai colpi di calore e irritato dalla salsedine. Ho quindi imparato a osservarlo dalle colline cogliendone la forza rasserenante. Da quando è nata mia figlia è tornato a essere un posto stupendo per lei, e quindi anche per me. Basta organizzarsi."

Stefano infatti è così, totalmente innamorato della piccola Margherita ed entusiasta di qualunque cosa lei faccia. Ma è un innamorato di quelli con poche smancerie, romantico sì ma di un romanticismo asciutto e a volte sarcastico, soprattutto verso sé stesso. "Una delle mie qualità è dire in 20 parole quello che altri dicono in 200" ci confessa Stefano "Non sono un poeta sono solo uno che odia quel che c'è di troppo e inutile e che serve solo a chi scrive e non a chi legge. Per me quella è l'essenza, levare gli orpelli." Un'essenza che per chi legge risulta davvero godibile: lo scoprirete a SEIF, dal 28 al 30 giugno a Marciana Marina.

 

La foto di Stefani D'Andrea è di Paolo Carlini.


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